La Formula Pattison
Ogni tanto ci s’imbatte in qualche “formula per il racconto perfetto”, come questa dello scrittore e insegnante di scrittura Iain Pattison, ripresa e adattata dal sito inglese Ideas4Writers:
1) Qualcosa d’importante capita a un protagonista interessante con cui il lettore non può non simpatizzare;
2) Di qualsiasi cosa si tratti, è un problema che richiede l’immediata attenzione dell’interessante protagonista.
3) L’interessante protagonista ha qualche remora a lasciarsi coinvolgere, ciò che gli crea un dilemma. Se non bastasse, ecco che emerge qualche notevole guaio che deve essere risolto.
4) La soluzione del problema e il superamento del dilemma si prospettano estremamente difficili…
5) … Ma il protagonista si troverà in guai ancora più grossi se non risolve&supera: è, come suol dirsi, in ballo e gli tocca ballare.
6) Per risolvere il suo problema, il protagonista dovrà riconsiderare e cambiare qualche aspetto di se stesso o della sua relazione con qualcun altro.
7) Se doveste scommettere sulle sue possibilità di risolvere il problema, preferireste non giocarvi granché…
8) … Ma naturalmente il protagonista risolve il problema, con una soluzione tanto ingegnosa quanto inaspettata, che evolve logicamente dal personaggio e dagli eventi della storia.*
In realtà, nessuna sorpresa trascendentale: una variazione sul tema perenne di tutta la narrativa (il Protagonista deve Risolvere un Problema), combinato con un duplice conflitto – interiore ed esterno. E se vogliamo, è di nuovo la buona vecchia struttura in tre atti: I. il Protagonista vive felice finché non sbatte contro un Problema; II. il Protagonista affronta il Problema (e i connessi rovelli); III. il Protagonista risolve il problema e tutti vivono felici e contenti. Siamo sinceri: è dalla notte dei tempi che l’umanità si racconta storie di questo genere. Il dilemma aggiunto (o conflitto di II grado) è un’aggiunta un po’ più recente – ma nemmeno troppo. Segno che funziona – se non altro perché è quel che il nostro cervello occidental-aristotelico è fatto per riconoscere come Una Storia. Detto ciò, la Formula Pattison, come tutte queste cose, non è affatto una formula, ma contiene una serie di utili consigli che, più che con la costruzione della trama, hanno a che fare con la complessità e logica della storia:
a) il protagonista deve essere interessante e attraente;
b) il dilemma (scaturito dalla morale, dalle circostanze o dal passato del protagonista) deve intralciare la soluzione del problema – sennò è troppo facile;
c) il protagonista deve imparare qualcosa** per risolvere i suoi guai;
d) la soluzione deve essere inaspettata ma logica: mai imbrogliare il lettore!
Siamo alle solite: non ci sono ricette, non ci sono istruzioni per il montaggio – però ci sono sensati e pragmatici consigli per dare una forma (più o meno efficace) alle idee. Nessuno pretende davvero che siano universali, o infallibili, o esclusivi: queste faccende esistono come traccia di base, pronti per ogni genere di esperimento, variazione e gioco… E davvero, dite la verità: non vi punge l’uzzolo di provare a giocarci?
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* Yes, well – oppure (e questo lo aggiungo io) deve fallire in una maniera che evolve logicamente dal personaggio e dagli eventi della storia. Anche se, allora, potremmo voler modificare di conseguenza il punto 7 migliorando considerevolmente gli odds del nostro protagonista…
** Oppure deve pagare il prezzo per non aver saputo imparare o cambiare – ma questa è un’altra storia.