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Nov 30, 2015 - Storia&storie    Commenti disabilitati su Fantasmi Mantovani, all’Appello!

Fantasmi Mantovani, all’Appello!

Italiano: Due fantasmi rappresentati nella lor...E quindi stasera c’è Agnese e Nulla Più… vi ricordate, vero?

“L’unico fantama ufficiale di Mantova,” dicevamo. Eppure…

Forse sarebbe il caso di dire l’unico fantasma Gonzaga – perché non è possibile immaginare una città che abbia un solo, singolo, solitario, unico fantasma. Ed è possibile che da queste parti abbiamo un’immaginazione pigra o una scarsa propensione alla paura – ma andiamo! Stiamo parlando di un posto dalla lunghissima e ricchissima storia:  possibile che in tutti questi secoli e secoli e secoli abbia prodotto solo una storia di fantasmi?

Ebbene, mi rifiuto di crederci.

Dite la verità: chi di noi non ha fatto esperienza di una di quelle serate tra amici in cui, per un motivo o per l’altro, la conversazione cade sulle storie di fantasmi – e c’è sempre qualcuno il cui cognato ha una zia acquisita che abitava in una casa antica, e ogni anno, in una certa data, a mezzanotte… eccetera?

È capitato a tutti. Così, off the top of my head, posso contare almeno sei persone, nel mio giro di amicizie, con una storia di fantasmi da raccontare.

Ed è vero che nessuno di loro abita in città – ma sono certa che lo stesso vale entro le (ormai metaforiche) mura di Mantova.

E allora, che ne direste se facessimo una specie di censimento dei fantasmi mantovani?

Se conoscete qualche storia del genere, per esperienza diretta, per averla sentita da amici, famigliari o conoscenti, vi va di raccontarla qui sotto nei commenti? Spettri, larve, fantasmi, spiriti, voci e cose così.  E in teoria sarei curiosa dei fantasmi di città – ma non limitiamoci. Solo, per favore, chi chiedo di specificare nel commento se la vostra è una storia cittadina o di provincia…

Sarà interessante, che ne dite?

E intanto, questa sera, vi aspetto al Teatrino D’Arco.

In Conclusione…

b1eb421defE così abbiamo terminato il secondo ciclo di letture de Il Palcoscenico di Carta.

Ieri è stata la volta del possente finale del Dottor Faust – Christopher Marlowe nella traduzione anni Ottanta di Nemi D’Agostino. Adesso tocca ai nostri omologhi di Canterbury il 12 di ottobre, e poi il 27 sarà Londra a chiudere le danze: tre letture dello stesso testo, in tre città, due paesi e tre lingue – con la collaborazione di due università e due compagnie teatrali. Harry Newman, l’ideatore del Paper Stage originale, dice che non è mai successo prima.

E dunque sì: abbiamo fatto qualcosa di unico e senza precedenti.

Qualche considerazione volante.Czech-American-Faust

I. Il Faust è una bizzarra commistione di forza sconvolgente , vita quotidiana e comicità tra il nero e il… mah. A me piace pensare che le scene comiche non siano farina del sacco di Kit. Sappiamo che a un certo punto, dopo che l’autore era già morto, Philip Henslowe pagò qualcuno per ritoccare il testo – ma anche prima di questo… Dopo tutto c’erano autori specializzati nello scrivere le burle per le tragedie altrui – e uno di questi era Thomas Watson, che di Marlowe era amico e coinquilino. Non è poi così impossibile immaginare che la Compagnia dell’Ammiraglio abbia commissionato a lui le scene in cui Faustus spreca i suoi ventiquattro anni di potere illimitato facendo scherzi al papa e truffando mercanti di cavalli. Il risultato è un certo qual senso di disparità – che d’altra parte è molto tipico del gusto elisabettiano. Tal dei tempi era il costume.

faustdoubledevilsII. Conseguenza diretta della considerazione I è che forse la suddivisione in tre parti non ha giovato poi troppo al testo. La prima parte afferra subito il lettore/spettatore con le inquietudini di Faust e le immagini sulfuree, e il patto con il diavolo; la terza parte precipita il protagonista di dubbio in dubbio verso il finale sconvolgente; la seconda… Alas, la seconda è rimasta – letteralmente – senza capo né coda. Il susseguirsi di cose bizzarre, con la processione dei Peccati Capitali, la truffa della tazza, gli sberleffi al papato e la negromanzia sanitizzata ai piedi del trono, in realtà è una specie di  catalogo di elisabettianerie. Per noi – e presa da sola, senza l’ombra terribile del patto col diavolo, senza il climax vertiginoso, non è terribilmente efficace. E in effetti qualche ascoltatore che aveva cominciato dalla seconda parte, ieri non è tornato. Peccato.

III. Un attore dell’Accademia Campogalliani mi ha detto che il Palcoscenico di Carta è come prima lettura e debutto tutto in uno – senza niente in mezzo, e di conseguenza un nonnulla sconcertante per chi è abituato a un lungo lavoro sui testi. Affascinante punto di vista – da approfondire.

IV. La nostra mascotte decenne (ieri Angelo Cattivo, Wagner e Lucifero) ha letto con un impegno e una disinvoltura da non credere. Anche le cose difficili. Anche senza preparazione di sorta, quando qualche defezione ci ha costretti a redistribuire parti già assegnate. E ha già chiesto se può tornare alla prossima lettura, per favore. E, nel frattempo, ha deciso di far fare una recita ai suoi compagni di classe… faustcz2

V. Chi l’avrebbe mai detto? Sono riuscita a far leggere una particina alla mia riservatissima e per nulla teatrale mamma. Potenza del Palcoscenico di Carta, del teatro in generale e di Marlowe in particolare.

VI. Ieri pomeriggio, tra malanni di stagione, riunioni dell’ultimo momento e parcheggi impossibili, abbiamo avuto l’impressione che Mefistofele ci mettesse lo zampino… Ma non gli è riuscito troppo bene e, in barba a lui, abbiamo chiuso con il vento in poppa.

VII. Ci saranno sviluppi. Alcuni sono più certi di altri – per esempio siamo certi di riprendere tra qualche mese con un altro testo. Se ci saranno forme di gemellaggio più concreto con l’Isoletta e se questo primo contatto col Faustus si evolverà in qualche altra cosa… eh. Sarebbe bello, ci piacerebbe, ce lo diciamo l’un l’altro scherzando solo a metà – ma per ora è tutto in grembo agli dei.

Adesso tocca a loro, là sull’Isoletta. Vi farò sapere. Per ora… non terminat hora diem, sed terminat blogger opus.

Ago 7, 2015 - il Palcoscenico di Carta    Commenti disabilitati su Romeo e Giulietta – di Carta

Romeo e Giulietta – di Carta

Head

Pensavate che il Palcoscenico di Carta fosse sparito nel nulla, volatilizzato senza lasciar traccia, dissolto nell’Oceano in gocce minutissime da non ritrovarsi mai più?

Ebbene, nulla di tutto ciò.

Il PdC è vivo e vitale: torna a settembre, e ci sono in vista novità e idee… Ne parleremo più avanti, ma  intanto ho pensato di mettere insieme qualcosetta: un minuscolo video perché possiate farvi un’idea di cosa, come, dove… Sequenze e immagini, ovviamente, sono tratte dalla lettura di Romeo e Giulietta nel maggio scorso – e se guardate bene, c’è anche un piccolo indizio sull’immediato futuro.

E se per caso di tutti i casi a questo punto vi pungesse vaghezza di unirvi a noi, state pronti: le porte del Palcoscenico di Carta stanno per riaprirsi.

Mag 22, 2015 - il Palcoscenico di Carta, teatro    Commenti disabilitati su E… Sipario

E… Sipario

Untitled 4E così ieri pomeriggio abbiamo chiuso il nostro sipario immaginario (ooh… quasi una rima interna: da qualche parte, Noël Coward mi guarda e sorride) su Romeo e Giulietta.

Eravamo in tanti – comprese alcune facce nuove, nonostante piovesse a cani e gatti. E, come avevate già sentito dagli spiriti, è stato di notevole soddisfazione. Il che, mi rendo conto, detto così suona rimarchevolmente come se su SEdS ci dessimo alle sedute spiritiche  ma in realtà sapete che cosa intendo.

E adesso non ho intenzione di andare per le lunghe, perché qualcosa avete già letto, e per altri particolari ho dei progetti – ma una considerazione a caldo la vorrei proprio fare.

E la considerazione è questa: funziona.

No, davvero.

Funziona il fatto di riunirsi per leggere. Funziona disporsi in cerchio. Funziona mescolare esperti e neofiti. Funziona redistribuire le parti ogni volta. Fondamentalmente funziona il teatro, I think. Funziona la sorpresa di quanto sia diverso leggere sulla carta e leggere ad alta voce, in interazione con altri lettori.Valentine Melik

Funziona al punto che siamo già tutti decisi a riprendere in autunno – e credo di poter promettere ulteriori sorprese. Perché un conto è leggere un testo conosciuto, ma scoprire qualcosa di nuovo? Sarà interessante vedere se sarà diverso – e, se sì, come.

Già adesso siamo curiosi. Alla fine della lettura abbiamo invitato i partecipanti a scrivere le loro impressioni e comunicarcele via sito – insieme ad eventuali desiderata per le prossime letture… staremo a vedere, sotto entrambi gli aspetti.

LogosuBiancoIntanto Romeo e Giulietta – nell’ottima traduzione di Salvatore Quasimodo – è giunto a compimento, portato in vita da una piccola truppa di attori, neofiti, entusiasti, ragazzini, librai e spettatori che ci si sono divertiti, qualche volta sorpresi e – mi si dice – emozionati. Non sembra una brutta maniera di passare un’ora la settimana, vero?  Per cui magari, se siete in quel di Mantova, potreste considerare di unirvi a noi in autunno.

Vi farò sapere.

 

 

Apr 24, 2015 - teatro    Commenti disabilitati su E Adesso Si Legge!

E Adesso Si Legge!

PdC1  L’ho annunciato altre volte, lo so – ma questa volta si parte per davvero.

Germogliato dal progetto The Paper Stage, dell’Università del Kent, e realizzato in collaborazione con l’Accademia Teatrale Campogalliani, Il Palcoscenico di Carta , ha trovato casa e comincia la sua avventura.

Il luogo è la bellissima Libreria Galleria Einaudi, al n° 19 di Corso Vittorio Emanuele II – meglio noto ai Mantovani come Corso Pradella – e le prime tre date sono quelle del 7, 14 e 21 di maggio, dalle 18 alle 19.

Con il tempo esploreremo titoli meno noti, testi che hanno poche speranze di arrivare su un palcoscenico di legno e mattoni – ma si sa che ogni viaggio di scoperta parte da un porto conosciuto. Il nostro porto d’imbarco si chiama Romeo e Giulietta, forse la più nota opera shakespeariana, la più celebre, più citata, più rielaborata storia d’amore di tutta la letteratura.

E sì, lo so: la conoscete già – ma questa volta è diverso.R&J

Questa volta potete esplorarla… da dentro. Potete unirvi a noi nella lettura, entrare nella Verona immaginaria e pericolosa di Shakespeare, schierarvi con i Montecchi o i Capuleti, mescolarvi tra le voci di questa storia, immergervi nell’incanto del teatro. Oppure potete venire ad ascoltare per riscoprire la bellezza della lingua di Shakespeare, per vedere come diamine funziona questo Palcoscenico di Carta – o entrambe le cose…

Nell’uno e nell’altro caso, siete più che i benvenuti.

Come si partecipa?

Se volte ascoltare, non dovete fare altro che unirvi a noi. Se volete leggere, invece, visitate il sito del PdC, compilate il form che troverete arrivando, e fateci sapere che siete interessati. Vi assegneremo una parte e vi manderemo il testo. Non sono necessarie prove, e non si richiede nessuna esperienza precedente.

Questo è un gioco, un’avventura, una scoperta.

Unitevi a noi. Vi aspettiamo.

Ago 27, 2014 - teatro    Commenti disabilitati su Sipario – Di Carta

Sipario – Di Carta

PdC

No, d’accordo – è presto. Non è come se il Palcoscenico di Carta aprisse i battenti domani mattina, ma intanto ha una casa virtuale, un siterello tutto suo per le informazioni, i contatti e le notizie…

Il debutto vero e proprio sarà all’inizio del 2015, con l’intramontabile Romeo e Giulietta.

Ci stiamo lavorando su. L’idea è di una meravigliosa semplicità, una volta avviata, ma ci sono questioncelle organizzative, sovrapposizioni temporali, considerazioni di varia natura, complessi riti propiziatori… Come dicevo, ci stiamo lavorando su.

I miei associati a delinquere, naturalmente, sono gli amici dell’Accademia Campogalliani, senza i quali certe piccole follie sarebbero impraticabili…

E che devo dire? Non vedo l’ora di cominciare. Seguo con spirito da sorella minore il progetto originario, The Paper Stage – di cui noi siamo il capitolo italiano. Loro, a Canterbury, sono già alla terza lettura: dopo Romeo e Giulietta e l’Ebreo di Malta di Marlowe, il 15 di settembre si cimentano con la deliziosa Gallathea di John Lyly. Noi non seguiremo esattamente le loro orme – perché se volessimo attenerci strettamente al teatro elisabettiano, ci ritroveremmo limitatissimi dalla scarsità di traduzioni disponibili. E poi vorremmo esplorare un repertorio più ampio…

Credo che ognuno di noi stia privatamente compilando un cartellone dei sogni… Scommetto che non vi stupite poi troppo se vi dico che il mio, oltre a un bel po’ di Marlowe e una spruzzatina di altri elisabettiani, contempla il Don Carlos di Schiller, il Ruy Blas di Hugo, Shaw a volontà e altre eccentricità consimili.

E a dire il vero, chi lo sa? Chissà se il Palcoscenico di Carta avrà successo. Chissà se troveremo lettori, ascoltatori, simpatizzanti. Chissà che cosa leggeremo per davvero. Chissà se, su un piano più personale, leggerò anch’io. Di recitare ho smesso definitivamente, ma leggere è un cavallo di tutt’altro colore… chissà.

Nel frattempo, è singolarmente come aspettare una Santa Lucia differita. Ce n’è di che rendere desiderabile persino gennaio – l’orrido lunedì mattina cosmico.

E voi… se siete a Mantova e vi piace il teatro, fateci un pensierino. Non capita tutti i giorni di esplorare certo teatro – e magari farlo da dentro E dovunque siate, nel frattempo, date un’occhiata al sito, volete?

Dic 5, 2013 - teatro    Commenti disabilitati su Compagni D’Ombra Al Sant’Orsola

Compagni D’Ombra Al Sant’Orsola

Ricordate quando parlavamo di un titolo nuovo per Bibi? Ebbene, sabato 7 Dicembre, alle ore 20.45, Bibi & il Re degli Elefanti torna in scena al Teatro Sant’Orsola  (a Mantova, in via Bonomi, 3).

Adesso, però, s’intitola…

watercolor-illustration-of-elephant-carrying-sleepin-little-girl

L’incasso della rappresentazione viene devoluto a sostegno del progetto “Clinica del Sorriso” in Burundi, gestito dalla ONLUS “…Con Vista sul Mondo”, in collaboranzione con ANDI Mantova.

Nov 13, 2013 - teatro    3 Comments

Acqua Salata E Inchiostro

Si può dire che me l’abbiate vista scrivere, questa faccenda. L’avete seguita – stesure, blocchi, illuminazioni, burrasche, revisioni e gioie – via piccoli bollettini e contaparole e Pinterest. E adesso è arrivato il momento.

Lunedì prossimo…

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Un po’ lo sapete già – ma lasciate che vi racconti. È una storia di mare e di scrittori, o di scrittori e di mare. Una storia di gente che sceglie il mare sulla forza delle parole altrui, e poi si scontra con la realtà implacabile. Una storia di cose che non si possono avere. Una storia di tradimenti, sconfitte, vento salmastro e un certo genere di felicità trionfante.

C’è Conrad, c’è Salgari, c’è John Masefield – e c’è il mare. Anzi, il Mare, che è una signora impenetrabile e senza cuore.

E ci sono i bravissimi attori dell’Accademia Campogalliani, che portano in vita le mie parole, guidati da Andrea Flora.

E dunque, se siete da queste parti e se vi va, vi aspetto lunedì sera al Teatrino D’Arco.

Ott 11, 2013 - teatro, Vitarelle e Rotelle    3 Comments

L’Età Dei Titoli

bibi e il re degli elefanti,titoli,accademia teatrale campogallianiDomenica scorsa Bibi ha avuto successo.

Gli interpreti sono sempre più bravi e più intensi ogni volta che li vedo, il teatro era pieno nonostante piovessero cani e gatti, un sacco di gente si è commossa e tutto è andato molto bene.

Ma…

“Cambia il titolo,” mi ha detto Capitan Grace, la regista. “Cambia titolo, perché così com’è penalizza lo spettacolo.”

E sapete una cosa? Capitan Grace ha ragione.

Bibi & il Re degli Elefanti

È un titolo da fiaba.

Un titolo da bambini.

E Bibi, ne abbiamo già parlato, è una storia di bambini e ha una seria componente fiabesca, ma non è una storia per bambini. Non solo per bambini.

Mi si dice che è difficile da collocare, mi si fanno paragoni lusinghierissimi, non passa replica senza che qualcuno arrivi a proporre di farla girare per i reparti di pediatria – ad uso dei genitori e del personale, non meno che dei pazienti*…

Però.

Però c’è un sacco di gente che guarda la locandina, storce il naso e commenta che ah, ma è una cosa da bambini. E questo restringe preliminarmente il pubblico, limita l’interesse degli altri teatri, induce pregiudizi nelle commissioni dei concorsi e nuoce al play in generale.

Così sono a caccia di un titolo nuovo.

Avrei dovuto cominciare prima – anche perché, a dirla tutta, il dubbio ce l’avevo. Che poi, chiariamo: il titolo è opera mia, e andava bene nel contesto per cui avevo scritto – ma poi il play ha cominciato a camminare con le sue gambe al di là della commissione originaria, è cresciuto (letteralmente), e il titolo gli è diventato stretto.

E allora sono a caccia di un titolo nuovo – un titolo più adulto, che renda giustizia al lato grownup di Bibi, senza perdere del tutto di vista la fiaba. Un titolo iridescente e versipelle, se vogliamo, come sarebbe bello che tutti i titoli fossero – ma questo è un altro discorso.

Per cui adesso è questione di brainstorming, di liste, di taccuini, di penne di più di un colore, di lavagne di sughero, di consultazioni balenghe**… Il che, a parte tutto, è un gran bel gioco.

Vi farò sapere. 

 

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* E guardate, non è che noi (as in la compagnia e io) ci si tiri indietro. Saremmo felicissimi di girare per i reparti di pediatria: chiamateci e parliamone.

** “Dimmi un aggettivo, possibilmente di due sillabe, che suggerisca X e Y al tempo stesso – e magari anche un tocco di Z, ma in una maniera obliqua… Oh, e senza troppe consonanti nasali.”

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