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Dic 18, 2010 - teatro    Commenti disabilitati su Fotografie Di Scena

Fotografie Di Scena

Bibi e il Re degli Elefanti torna in scena oggi pomeriggio alle 17 nell’Oratorio di Sant’Orsola, a Mantova.

Intanto, ecco un’immagine della rappresentazione dello scorso otto novembre al teatrino d’Arco: Bogus (Massimo Fabris) e Bibi (Sara Spagna) a passeggio tra le stelle, a caccia di sogni…

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La galleria dello spettacolo si trova qui

Nov 8, 2010 - teatro    2 Comments

In Cui La Clarina Approda Al Teatrino d’Arco

D'Arco.pngIl Teatrino d’Arco riesce ad essere una bomboniera e un’amatissima istituzione cittadina allo stesso tempo. Ottanta posti o giù di lì, un palcoscenico piccino, colonne che sostengono un soffitto a botte – ed è la casa della celebre e benemerita Accademia Teatrale Campogalliani, volontari sì, ma di caratura professionale. Gente che di giorno fa tutt’altro e la sera porta in scena con passione, finezza e abilità del teatro di qualità favolosa – dal meglio del meglio in fatto di commedie dialettali agli sperimentatori contemporanei, passando per Shakespeare, Checov e D’Annunzio.

Inutile dire che questa gente coraggiosa e brillante è richiesta e pluripremiata, in Italia e all’estero.

Non bastandosi, questa gente instancabile e determinata insegna: la Scuola di Teatro, diretta da Maria Campogalliani.pngGrazia Bettini, prende ragazzini e adulti e insegna loro arte e mestiere per davvero, sfornando talenti: qualcuno di loro si ferma alla Campogalliani, altri passano altrove e fanno onore a sé e all’Accademia.

Come tutti i Mantovani, adoro Accademia e Teatrino. Ho cominciato ad andare alle matinées domenicali da bambina e non ho più smesso. Nel corso degli anni ho avuto la fortuna di venire a contatto con la compagnia, di essere invitata a una cena natalizia nel “nido” sopra il Teatrino stesso (preparata da quella specie di fata madrina teatrale che è la presidente dell’Accademia, la signora Francesca Campogalliani), di visitare il favoloso magazzino dei costumi, da cui non sarei più uscita… E’ stata la cosa più simile a una visita dietro le quinte di un teatro che mi sia mai capitata! E adesso sono lusingata e onorata di dire che scrivo per loro.

BibiPiegh3.jpgSapete già – perché, lo ammetto, ve l’ho ripetuto ad nauseam – che la fantastica Maria Grazia Bettini e i suoi allievi hanno messo in scena (con la collaborazione preziosa dell’Accademia Nazionale Virgiliana) il mio atto unico Bibi e il Re degli Elefanti. Ebbene, dovete sapere che quest’anno la Campogalliani dà corpo a una parte speciale del suo Progetto Mantova. Nell’intento di valorizzare gli autori mantovani, quest’anno i Lunedì del D’Arco (serate teatrali ad ingresso libero) sono dedicati alla rassegna Mantova Scrive il Teatro, messinscene e letture sceniche di autori mantovani che hanno scritto per il teatro.

E non so dirvi quanto sia onorata di far parte della schiera, accanto a gente del calibro di Edgarda Ferri, Fausto Bertolini, Frediano Sessi e altri autori, locali per nascita o per adozione. Stasera, in effetti, la mia storia di bambine malate ed elefanti magici approda sul palco piccino del Teatrino d’Arco: un sogno realizzato e, spero, l’inizio di una collaborazione.

Per chi volesse, ore 21, ingresso libero. E un’autrice al VII cielo.

Ott 23, 2010 - scribblemania, teatro    Commenti disabilitati su Non sapevo che scrivessi per l’infanzia…

Non sapevo che scrivessi per l’infanzia…

BibiPiegh3.jpgIl titolo del post è qualcosa che mi sento ripetere spesso ultimamente – in pratica, ogni volta che accenno al debutto di Bibi e il Re degli Elefanti.

Non vi eravate dimenticati di Bibi, vero? Stasera alle 6, a Gonzaga (MN), presso l’Arena Spettacoli della Fiera Millenaria. Sono in fibrillazione. Non ho mai visto le prove, ho avuto contatti sporadicissimi con la prim’attrice, solo un po’ più frequenti con la costumista (costumista di lusso: nientemeno che Francesca Campogalliani, presidente dell’Accademia teatrale omonima), ho lo stomaco pieno di farfalle e la sensazione che le 6 di stasera non arriveranno mai.

Ma non è questo il punto. Il punto è che più di una persona ha reagito levando le sopracciglia e dicendo, con variabili gradi d’incredulità: Non sapevo che scrivessi per l’infanzia…

Tendo a rispondere che non lo sapevo nemmeno io, perché è il genere di risposte che si dà, e perché Bibi è nato in modo bizzarro, a metà via tra una commissione e una scommessa, per poi catturarmi completamente mano a mano che procedevo. Tra l’altro, è una storia contemporanea, giusto? Non mi si può più accusare di non scrivere mai nulla di contemporaneo – ma non divaghiamo.

Il fatto è che qualche volta, lo confesso, scrivo per l’infanzia. Ci sono le fiabe che ho scritto per la Scuola Materna Farinelli, c’è Bibi e il Re degli Elefanti, e poi adesso ho un adorabile figlioccio, per il quale ho cominciato a scrivere storie.

E’ una strana esperienza, scrivere per i bambini. Il linguaggio, il tono, i colori – è tutto diverso. Avevo editato storie per bambini, e quindi me n’ero occupata non solo da lettrice, ma scriverne ha richiesto una serie di affascinanti esercizi: bisogna ricordarsi molto bene della bambina che si era, e scrivere per lei senza dimenticarsi che sono passati decenni tra quella bambina e i piccoli lettori odierni. Bisogna ritrovare il senso di magia che si vedeva racchiuso nelle storie – non necessariamente nelle favole, ma nel fatto che pagine bianche e parole nere contenessero ogni possibile genere di personaggi, posti e vicende. E al tempo stesso…

Maria Rosaria Berardi, un’autrice per fanciulli del tutto fuori moda, chiudeva una sua Nota dell’Autore augurandosi che il suo romanzo piacesse ai piccoli lettori. “E se vi piacerà, sarà perché avrò saputo scriverlo tenendo gli occhi fissi al lumicino che brilla laggiù, dietro i cancelli chiusi del giardino incantato della mia infanzia.”

Linguaggio sentimentale e un po’ fané, mi rendo conto, ma il concetto mi piace ancora. Ci sono dei cancelli chiusi, tra me e i miei otto anni – l’età della mia protagonista Bibi, l’età dei miei piccoli spettatori – ma da questa distanza, il mio mestiere è recuperare il senso d’incanto di allora e trasmetterne almeno la luce e il gusto a un’altra generazione di bambini.

Fra qualche ora saprò se ci sono riuscita – almeno un po’ – per questa volta.  

 

Set 28, 2010 - teatro    3 Comments

Bibi e il Re degli Elefanti

Se volete, posso anche ammettere che, quando parlavo di compagni immaginari, non lo facevo del tutto senza secondi fini…

Gli scrittori sono gente pessima, vero? Ma il fatto è che, ormai in dirittura d’arrivo, c’è questo:

Piegh1.jpg

La storia narrata in Bibi e il Re degli Elefanti è stata desiderata, discussa e sognata ben prima di arrivare sulla carta e sul palcoscenico.

Da sempre credo fermamente nel potere dell’immaginazione che – come gli Inglesi dicono a proposito di una buona tazza di tè – forse non cura nulla, ma di certo giova a tutto, dalla malinconia alla peste nera, passando per l’unghia incarnita e le pene d’amore.

L’idea di Bibi e del suo elefante immaginario è nata discutendo questa teoria con il Professor Zamboni, pediatra acuto e sensibile, cui premeva una storia che raccontasse di malattia e di speranza. L’associazione tra la speranza e l’immaginazione – e ancor più tra l’immaginazione e quella forza di affrontare la difficoltà che genera e sostiene la speranza – è stata per me immediata e istintiva. E se qualche riluttanza mi frenava dallo scrivere in un campo delicato come quello dell’infanzia, la storia che germogliava via via da questi stimoli ha travolto le mie resistenze: nati da un incontro di pensiero e istinto, di memorie e di concetto, Bibi, Bogus e Giovanna la Pulzella chiedevano con insistenza di essere scritti.

Secondo gli studi recenti in materia, i due terzi dei bambini si creano dei compagni immaginari: amici fedeli e rassicuranti da cui ricevere appoggio, complicità e conforto, punti di riferimento all’interno di dimensioni psicologiche chiuse o perdute per gli adulti. Mi sono chiesta quanto più acuto debba essere il bisogno di queste “presenze” – così diffuso tra i bambini sani e felici – per un bambino che si sente derubato della sua infanzia e, forse, tradito dall’impotenza degli adulti di fronte al nemico invisibile chiamato malattia. Bogus e Giovanna non simboleggiano, come teme la mamma di Bibi, una fuga dalla realtà: rappresentano invece la forza interiore dell’individuo, la costruzione di un carattere e la ricerca di una bussola morale. Nei suoi compagni immaginari, senza saperlo, Bibi costruisce non soltanto la sicurezza di cui ha bisogno e un elemento magico che trasfigura la sua situazione, ma anche un senso di ciò che è giusto e sbagliato. Nel momento del bisogno, della sofferenza e dell’incertezza, in Bogus e Giovanna – ovvero nel dialogo con se stessa – Bibi trova coraggio, speranza, bellezza, perseveranza e principi: in una parola, cresce.

La dimensione teatrale restituisce alla vicenda di un piccolo essere umano che sboccia in circostanze dolorose il sogno e la magia sospesa di una favola vista con occhi bambini.

Nov 5, 2009 - musica, pennivendolerie    Commenti disabilitati su Martucci in Accademia

Martucci in Accademia

Martucci_image_01.jpgOggi, in occasione del centenario della morte, l’Accademia Nazionale Virgiliana di Scienze, Lettere e Arti dedica al compositore napoletano Giuseppe Martucci una giornata al Teatro Bibiena di Mantova. Convegno oggi pomeriggio, iniziando all 17.00, e concerto alle 21.00, tutto in omaggio all’autore della Canzone dei Ricordi, l’unico ciclo di lieder del panorama musicale italiano.

Ho smarrito il mio invito con programma, e quindi non sono in grado di essere terribilmente precisa, ma quello che posso dire con certezza è che, durante il convegno, Francesca Campogalliani, dell’Accademia Teatrale Campogalliani, leggerà “I Ricordi della Canzone”, novella martucciana di Chiara Prezzavento. Essì, credevate che fosse un post informativo, e invece è spudorata autopromozione…

Per redimermi, almeno parzialmente, qui c’è un sito dedicato a Giuseppe Martucci, IL compositore sinfonico del secondo Ottocento italiano (vale a dire, l’unico a non scrivere nemmeno un’opera…)

Adesso mi piacerebbe inserire un video di musica martucciana, ma YouTube non me lo consente: tutti i pezzi di Canzone che ci sono (la scelta è fra Mirella Freni e Violeta Urmana) portano la dicitura “incorporamento disattivato su richiesta dell’utente”. Vuol dire che dovrete andarli a cercare qui.

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