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Dic 14, 2015 - Digitalia, kindle, pennivendolerie, self-publishing, Storia&storie    Commenti disabilitati su Bric-à-Brac – sette storie d’altri tempi

Bric-à-Brac – sette storie d’altri tempi

Bric-à-BracSMALLEREd eccoci qui – l’avevamo detto.

Bric-à-Brac è disponibile su Amazon.

Tutto sommato, in questo libro c’è proprio quel che dice l’etichetta: sette storie. E (anche questo lo dice il titolo) storie d’altri tempi, per lo più – con un’eccezione infilata nel mezzo.  Ma a dire la verità anche nell’eccezione si parla di storia, seppur brevemente, perché è così che funziona qui. Si raccontano cose dei secoli passati – cose che potrebbero essere successe oppure no. Per parafrasare la vecchia versione cinematografice di The Prince and the Pauper:

Questa non è storia – solo racconti di tempi lontani. Forse è andata così, forse no, ma sarebbe potuta andare così.

E in fatto di tempi lontani troverete Ottocento e antichità classica,  troverete tartarughe, medici e fantasmi, troverete storie tristi e storie buffe… Dalla Magna Grecia all’Inghilterra vittoriana, dalla Mantova medievale alla Vienna degli Asburgo – sette storie sul serio o per gioco, alla ricerca di quel che non sappiamo più.

Sette storie, dicevo:

I ricordi della canzone
La stagione delle saette
Veglia
Le morte stagioni e la presente
Fàstaf
Il fantasma di Passerino
La ricompensa

Andate qui per scaricare o leggere online un’anteprima, intanto – e poi… Potrebbe essere una Santa Lucia tardiva, o una lettura natalizia, o un regalino per l’appassionato di storia tra i vostri amici…

E se, dopo avere letto, aveste voglia di lasciare una recensione, vi sarei molto grata.

 

 

Sorcery & Cecelia – Il Gioco Delle Lettere

caroline stevermer, patricia wrede, sorcery & cecelia, fantasy storico, reggenza, jane austen, georgette heyerSorcery & Cecelia, The Enchanted Chocolate Pot, di Caroline Stevermer e Patricia Wrede, è un libro delizioso.

Sorcery & Cecelia è un fantasy storico ambientato in un’Inghilterra Reggenza in cui la magia è un dato di fatto, e i maghi notevoli fanno parte del Royal College of Wizards e/o dello stato maggiore del Duca di Wellington.

Sorcery & Cecelia, se a questo punto siete tentati di chiedervelo, precede di sedici anni il notevolissimo Jonathan Strange & Mr. Norrel, di Susanna Clarke – che in qualche modo gli somiglia, ma nemmeno troppo.

Sorcery & Cecelia è deliziosamente austenesco e heyeresco, avendo per protagoniste due giovani cugine della upper middleclass, una a Londra per la sua season, l’altra in campagna a scoprirsi un inatteso talento magico. E ciascuna delle due si ritrova alle prese con un diverso giovanotto tanto fascinoso quanto esasperante, ma anche con gente molto malvagia e molto potente. Per non parlare del bricco da cioccolata. Che è magico per sbaglio. E azzurro. Molto azzurro.

Sorcery & Cecelia è un romanzo epistolare, scritto in via epistolare.

Sorcery & Cecelia è stato scritto per gioco, e la nota conclusiva delle due autrici non è meno deliziosa del libro.

Insomma, a quanto pare, Caroline Stevermer aveva imparato il Gioco delle Lettere da Ellen Kushner, e ci aveva sporadicamente giocato per anni, fino a quando le capitò di parlarne ad un gruppetto di scrittori. Il Gioco delle Lettere, non sarete troppo sorpresi di scoprirlo, consiste nello scambiarsi lettere in character – non necessariamente raccontando una storia. Si finge di essere due personaggi e ci si scrive e risponde senza mai uscire da dietro la maschera. Caroline Stevermer avanza l’ipotesi che si tratti di uno strumento di studio del personaggio nato ad uso degli attori teatrali. Converrete che ha anche tutta l’aria di un magnifico gioco per scrittori*, e in effetti i commensali di Caroline, quelli cui le capitò di parlarne, rimasero affascinati. La più affascinata di tutti era Patricia Wrede, che subissò Caroline di domande in proposito e poi le diede il tormento finché non riuscì a convincerla a giocare. Allora Patricia rimuginò sulla faccenda e, poiché entrambe amavano il fantasy storico e la Reggenza, creò Cecelia, Kate e la loro Inghilterra immaginaria ma non troppo. E Caroline rispose, e poi entrambe ci presero gusto oltre ogni dire e, trattandosi di due romanziere, in men che non si dica, si ritrovarono tra le mani un romanzo.

Un romanzo pubblicabile. Un romanzo delizioso. Un romanzo che uscì per la prima volta nel 1988, rimase pressoché introvabile fino al 2003, fu ristampato, proseguì per altri due volumi, e finalmente ora arriva in edizione Kindle.

Traduzioni italiane? Manco a parlarne, si capisce, ma vale la pena di leggere l’originale, con le sue due voci ben distinte e perfettamente accostate, con la sua commistione di balli da Almack’s e stregoneria riprovevole, sedute dalla sarta e omicidi magici, eterodosse proposte di matrimonio e sacchetti di erbe magiche per scacciare i malefici… Una volta di più, nessuno sta cercando di conquistare il mondo, e la magia è una faccenda perfettamente mondana, un’arte che s’impara, si usa e si abusa, un mezzo ragionevolmente utile sui campi di battaglia e pericoloso nelle mani delle femmes fatales senza scrupoli.

Un altro fantasy fuori da quelli che da queste parti si cerca di far passare per confini – con un attraentissimo gioco in regalo, for good measure.

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* Mi viene in mente, scritto alla stessa maniera, Freedom And Necessity, di Emma Bull e Steven Brust.

Gl’Insorti di Strada Nuova

È con una certa emozione (e con notevole sollievo – se state leggendo qui vuol dire che null’altro è esploso, deragliato, naufragato o altrimenti andato storto, ed era tutt’altro che scontato) che vi presento…

 

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Il mio più serio sforzo in fatto di self-publishing è finalmente disponibile in versione KindleePub e PDF.

Vi ricordo la presentazione su Twitter oggi pomeriggio a partire dalle 17.00. Cercate @laClarina e seguite l’hashtag #stradanuova. Sarò lì a twittare e rispondere.

E a questo punto non posso che invitarvi a scaricare, regalare per Natale, leggere, commentare, spargere la voce, discutere, recensire… Soprattutto, vi sarò grata se vorrete farmi sapere che cosa ne pensate.

Buona lettura!

 


 

Il Ruolo Del Lettore Nel Futuro Dell’eBook – E Viceversa

ebook, enhanced ebooks, pottermore, e-reader, kindle, ipad, letturaSì, lo confesso: mi sono iscritta alla  versione beta di Pottermore. Ho fatto tardi la notte per essere nel primo milione di fortunati ammessi alla unique reading experience che J.K. Rowlings ha creato per i suoi lettori… la volevo proprio vedere, questa unique reding experience. Adesso che l’ho fatto, devo ammettere che sono un nonnulla delusa: la versione beta è bellina a vedersi ma desolatamente muta e, per quel che ho visto finora, non molto interattiva. Mi domando come debba apparire al pubblico molto più giovane di me per cui è calibrata. La cosa forse più interessante sono i commenti in cui l’autrice svela particolari della creazione dell’uno o dell’altro personaggio, luogo o particolare della trama*. Come dicevo, il tutto è bellino a vedersi: molte scene del libro sono ricreate in belle illustrazioni vagamente interattive, e l’interfaccia è, come ci si poteva aspettare, a tema in ogni minimo particolare. L’enfasi sembra essere concentrata sull’intento di “ricreare il mondo dei romanzi di HP.”

E questo, vi confesso, alla quinta o sesta reiterazione mi ha dato da pensare. Ma non era il mestiere del lettore quello di immaginare “il mondo del romanzo” sulla base del lavoro dell’autore – ed eventualmente qualche illustrazione?

Se c’è una descrizione del processo di lettura che mi piace più di altre, è quella che si trova più di una volta nel ciclo di Thursday Next di Jasper Forde. Valga per tutte la meravigliosa scena in First Amongst Sequels** in cui la protagonista, per ragioni troppo lunghe da spiegare, si ritrova all’interno di Pinocchio proprio mentre qualcuno lo legge. La scena è la bottega di Geppetto, descritta in grazioso e minuto dettaglio… ma ecco che il lettore si avvicina alla pagina in cui si trova Thursday: l’aria vibra e si riempie del profumo della segatura, i colori si fanno più vividi, la luce gioca sul filo delle lame, ogni singolo truciolo assume rilievo, in un crescendo che culmina con il passaggio del lettore per poi dissolversi. Perché quando non c’è l’immaginazione del lettore a dargli vita, “il mondo del libro” rimane piatto e vuoto.

E c’è di più: con questa enfasi sul ruolo del lettore e con il tema ricorrente di una ebook, ereader, kindle, ipad, editoria digitale, pottermoremalvagia cospirazione per imporre il sistema UltraWord 9.0, una specie di interfaccia destinato a sostituirsi in modo viepiù invasivo alla soggettività del lettore***, Fforde sembra avere preconizzato uno degli attuali dilemmi dell’editoria digitale: to enhance or not to enhance?

Sarà interessante vedere se e come, nei prossimi volumi della serie, Fforde integrerà gli sviluppi tecnologici che hanno raggiunto e superato le sue creazioni immaginarie – per esempio gli ebooks con colonna sonora di cui si parla in questi giorni un po’ dappertutto: qui trovate una descrizione della faccenda sul Corriere, qui un commento di scarsissimo entusiasmo e qui un vero e proprio rant di Harry Mount sul Daily Telegraph – e vale la pena di leggere anche i commenti.

Ora, il mio cuore di lettrice tende a schierarsi con Fforde e con Mount: a parte le possibili nefaste conseguenze sulla lettura in luogo pubblico, che ne sarà di questo passo della lettura come la conosciamo e intendiamo?

Qualche mese fa discutevo di e-readers con il professor Massimo Puliani, docente di Comunicazione Visiva Multimediale all’Accademia di Belle Arti di Macerata: il professore sosteneva la superiorità dell’iPad per le sue possibilità multimediali, io difendevo il Kindle come strumento di lettura. In realtà parlavamo di cose del tutto diverse, perché il Kindle è l’equivalente digitale di un libro cartaceo – e dunque di quella che chiameremo lettura tradizionale, mentre l’iPad è il supporto ideale per tutti quegli enhancements che fanno di un ebook qualcosa di molto diverso da un libro.

Ora, la domanda è: qual è lo scopo ultimo degli enhancements? Il professor Puliani parlava di potenzialità didattiche e di fruizione di risorse digitali; la gente di Pottermore propone esperienze complementari alla lettura – la possibilità di “entrare” in prima persona nel mondo del libro tramite una combinazione di gioco di ruolo e social networking; Booktrack, la società che ha prodotto i primi ebooks con colonna sonora, prefigura la possibilità di rendere la lettura più attraente per i cosiddetti “lettori deboli” – in particolare i giovanissimi.

Posso concordare con il professor Puliani per quel che riguarda libri di testo, saggistica, libri di viaggio, ma quando si parla di narrativa ho qualche dubbio. Una storia che ha bisogno di immagini, filmati e musica per produrre il suo effetto sul lettore è… be’, un film. O forse un audiovisivo, o magari un videogioco, o anche qualcosa di completamente diverso – ma di certo non è un romanzo. Non nel buon vecchio senso per cui posso leggere la scena dell’assalto alla prigione di Newgate in Barnaby Rudge e chiudere il libro con l’impressione di avere respirato il fumo delle torce…

La domanda successiva è quella posta da Booktracks: che ne è di tutta quella giovane gente cresciuta a film, anime e videogiochi? Vogliamo condannare intere generazioni a non conoscere mai un classico se non via Hollywood? E, per tornare ad argomenti già discussi, non è questo un potenziale mezzo per convincere i giovanissimi lettori che la letteratura non deve per forza essere noiosa? Ebbene, tutto ciò non è poi così dissennato. Ha davvero senso difendere il mos maiorum della lettura se questo deve significare che più nessuno legga? I tempi cambiano, cambiano le abitudini, le percezioni, i percorsi mentali, le soglie di attenzione. Ci si può chiedere se gli enhanced ebooks siano una risposta a questi cambiamenti o se servano a precipitarli più di quanto già non sia – ma è difficile negare il cambiamento stesso. O il fatto che la sopravvivenza sia per due terzi adattamento.

Così editoria e letteratura si adatteranno. Per ora gli enhancements riguardano qualche vecchio classico, ma sono certissima che si sta già lavorando a narrativa pensata apposta per questa nuova e, lo ripeto, radicalmente diversa forma di lettura.

ebook, enhanced ebook, booktrack, lettura, kindle, ipad, editoria digitaleÈ, badate bene, una diversità molto più radicale rispetto a quella costituita dal passaggio tra cartaceo ed e-reader. A parte tutte le discussioni sul profumo della carta stampata e sul piacere fisico derivante dalle rilegature rigide, la differenza tra leggere una cinquecentina e leggere sul Kindle è essenzialmente di mezzo. Ma tra il mio Kindle e un enhanced ebook si apre l’abisso che separa due processi mentali e due concetti di lettura del tutto differenti.

E si vede che vado invecchiando, perché non posso fare a meno di di restare appassionatamente legata al vecchio concetto di lettura – quella letteratura che, ancora secondo Jasper Fforde, [d]opo tutto, si può dire che […]richieda molta più creatività e immaginazione che scrivere; quando il lettore crea nella sua testa un’emozione, o i colori del cielo al tramonto, o il sentore della brezza estiva che gli soffia sul viso, dovrebbe apprezzare il proprio lavoro quanto quello dello scrittore – forse persino di più.

E voi che ne pensate?

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* In concetto, non vi ricorda il programma @author di Amazon Kindle?

** Non ancora tradotto in Italia. Marcos Y Marcos? Hint, hint, hint…

*** La serie è ambientata in un futuro un tantino distopico, oltre che nel Mondo dei Libri.

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Già che ci siamo, vi consiglio con calore l’opera di Jasper Fforde – un piccolo, brillante, spassoso, acuto, intelligente monumento alla lettura e ai libri, tributato in storie avvincenti, originali, piene di deliziose invenzioni, di nonsense e di idee:

 


Kindle @author: Chiedi All’Autore

Dunque adesso Kindle consente di comunicare con l’autore durante la lettura. Lo dice Jeff Bertolucci qui. Non qualsiasi autore: per ora i partecipanti all’esperimento @author sono una manciata, tra cui – e dite la verità: siete poco sorpresi come lo sono io? – Joe Konrath e John Locke.

Il funzionamento è semplice: se mentre leggete un ebook vi punge un’improvvisa curiosità, di quelle che solo l’autore può appagare, il vostro marchingegno vi consente di rivolgere la vostra domanda alla persona giusta – purché lo facciate in meno di cento caratteri. Mica tanti: farete bene ad avere curiosità sintetiche… Dopodiché l’autore riceverà la domanda e, presumibilmente, risponderà.

Si capisce che bisognerà attendersi tempi lunghetti: lo scrittore non è un call center 24/7, ciò che a mio avviso forse rende @author un nonnulla ridondante: cosa vi impedisce davvero di fare la vostra domanda via Amazon Author Page (oltretutto senza il limite dei 100 caratteri) non appena avrete accesso a una connessione internet vera e propria? Chi è mai morto fulminato per non aver capito una svolta della trama? E non posso fare a meno di chiedermi: come si regoleranno con l’inevitabile quantità domande idiote? E a lungo andare allestiranno una sezione FAQ sulla AP e un responder automatico per @author?

Ma a parte queste idle curiosities, non nego che l’idea di comunicare con l’autore sia sempre interessante.  Potenzialmente pericolosa, forse, ma interessante.

Sorry, ma non potete contattare gli autori morti, conclude Bertolucci. Almeno non ancora.

Peccato, peccato… Ma noi facciamo un gioco: se poteste fare una domanda a un autore morto, se poteste farvi spiegare un punto di trama, dubitare di un tema, fare domande sull’esatta connotazione di una parola in un dato contesto, cosa chiedereste e a chi?

Forza: @deadauthor…

 

Ago 19, 2011 - blog life, Digitalia, kindle, pennivendolerie, Somnium Hannibalis    Commenti disabilitati su Google E Le Sue Gioie

Google E Le Sue Gioie

Non ho l’abitudine di cercarmi su Google.

E’ stata una combinazione di caso e di curiosità improvvisa se, quando ho aperto Google per vedere il doodle* di mercoledì, ho digitato il mio nome nella searchbox.

E guarda un po’ se non vado a inciampare in una recensione del Somnium che mi era sfuggita del tutto.

Giuseppe Panella si diffonde in proposito sul blog letterario Retroguardia 2.0 (la recensione è qui), con entusiasmo più che lusinghiero. Quando poi, a titolo di conclusione, paragona SH a Lord Jim – e me a Conrad – non vi fate l’idea di dove sia schizzata la mia pressione. Che poi sia ben chiaro: mi rendo conto benissimo che si tratta di un paragone impegnativissimo ed eccessivissimo, ma Conrad – come sapete fin troppo bene – è uno dei miei idoli e modelli, e LJ è IL libro della mia vita, per cui il solo fatto che a qualcuno sia venuto in mente un paragone del genere mi rende impossibilmente, incontenibilmente, divinamente felice. 

Essì; tre avverbi – Mark Twain sta già imbracciando la doppietta.

Poi, siccome non bastava, ho trovato questa intervista in cui la blogger Marta Manfioletti, di E-Letteratura, conta SEdS tra i cinque blog che non possono mancare nel suo blogroll. I drop a curtsey, e già che ci siamo: leggetelo, E-Letteratura, perché è una miniera di informazioni, acute riflessioni, approfondimenti e notizie sull’editoria digitale – nonché il diario della storia d’amore tra Marta e il suo Kindle.

E poi un sacco di altre cose di varie dimensioni e di non poca soddisfazione. Di qualcuna parleremo più avanti.

Insomma: non ho l’abitudine di cercarmi su Google – ma forse dovrei svilupparla.

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* E non so voi, ma io sono propensa a considerare i doodles come una delle gioie del titolo.

Dizionario Italiano Per Kindle – Post In Progress

Persino io ogni tanto guardo le statistiche del blog, e mi sono accorta che la richiesta che conduce qui più gente che non mi sta cercando deliberatamente è quella di un dizionario italiano per Kindle. 

Be’, mi sono detta: perché non cercare di essere d’aiuto? L’unico inghippo è che non sono sicura di volere un dizionario italiano sul mio Kindle, che finora è pieno di testi in Inglese… per cui, quello che vi sto proponendo è di fare da cavie: vi suggerisco questa pagina, che offre gratuitamente un dizionario bilingue e uno Italiano/Italiano con 65000 voci in formato Mobi – vale a dire Kindle. E voi scaricate*, installate, mettete alla prova e mi sapete dire qualcosa – nel bene o nel male: completezza e qualità delle definizioni, formattazione, compatibilità, funzionalità Kindle… Tutto quanto.

Se invece volete un dizionario Italiano-Inglese già collaudato, naturalmente, lo si trova – ed è anche possibile impostarlo come dizionario primario. Tra le varie possibilità consiglierei i due volumi del buon vecchio Merriam-Webster, che vanta tradizioni e buone funzionalità di ricerca. Confesso di non averlo mai usato, ma i dizionari Inglese/Inglese WB, cartacei e online, sono affidabili e completi, per cui…

 

Anche qui vale la richiesta: se mettete alla prova, fatemi sapere, volete?

Ne riparliamo più avanti – e magari quando la Zanichelli avrà pubblicato lo Zingarelli in edizione Kindle che va promettendo da quel dì…

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* Non ho bisogno di dirvelo: cautela! Stando ad AVG il sito è mondo, ma non ho provato ad aprire il file del dizionario…

Tempo di Regali

Una richiesta da parte di D. (via FaceBook) mi ha fatto ricordare che è di nuovo tempo di regali, e che gli scrittori meritano regali di Natale proprio come la maggior parte della gente – solo che a volte è un po’ più difficile farli felici.

Oltre tutto, oggi è Santa Lucia, e quindi il tema è perfetto.

willplush.jpgIn particolare, D. mi aveva chiesto il link di un sito dove si trovano le bambole degli scrittori. Se volete regalare (o tenere sulla scrivania per compagnia e ispirazione) una Virginia Woolf, un Poe, un Dickens o uno Shakespeare di pezza*, ci crediate o no, li trovate qui, insieme a un sacco di altre cose.

Poi segnalo la nascita di Amazon.it: finalmente è possibile ordinare libri in Inglese senza spendere un capitale in spese di spedizione. Oddìo, anche libri in Italiano, naturalmente. Trovo abbastanza curioso che non ci sia, tra gli articoli in vendita, il lettore Kindle, ma suppongo che arriverà, salvo esclusive già concesse ad altri. E, tra parentesi, c’è anche questa cosa chiamata AmazonPrime, una ragionevolissima quota forfettaria annua che consente di avere la spedizione gratuita – ottima se ordinate o regalate molti libri. Ha anche 30 giorni di prova gratuita.

Parlando di Kindle, dopo un anno di possesso, posso citarlo con entusiastica cognizione di causa tra le idee per i regali natalizi, e non solo per gli scrittori: l’ho già detto, ma è una meraviglia potersi portare dietro tutto quello che si vuole leggere, tutto quello su cui si deve lavorare e poi ancora qualcos’altro in qualcosa come tre etti di peso.writingmug[ekm]159x150[ekm].jpg

Parlando invece di regali meno impegnativi, non posso segnalare cose come la maglietta** “Careful or you’ll end up in my novel”, la maglietta** “Unreliable Narrator”, la tazzona “Go away, I’m writing”, la sciarpa fatta di lettere maiuscole e le matite della Bodleian Library, tutti disponibili su quest’altro sito.

xb.jpgE che dire di segnalibri ed ex-libris? Sui primi non c’è molto da dire, sono un pensierino sempre gradito. I secondi esistono in varie forme. Ci sono le etichette di carta, vendute a pacchetti, più o meno elaborate, più o meno personalizzate. Una possibilità un po’ più costosa ma più definitiva sono i timbri di gomma. Anche questi si trovano “generici” oppure si possono far personalizzare, magari scegliendo non soltanto il nome del proprietario, ma anche l’immagine. Una terza alternativa è quell’arnese che consente d’imprimere a secco un’iniziale o una sigla su frontespizi e carta da lettera. Meno ovvio, ma classy.  Stempel.jpg

Infine, naturalmente, libri. L’ho già suggerito l’anno scorso e lo ripeto anche quest’anno – con un’aggiunta: se il vostro scrittore parla/vuole imparare/vuole perfezionare una lingua, provate con un libro in lingua originale del suo scrittore preferito, anche se l’ha già letto in Italiano***. Di alcuni classici si trovano persino delle versioni abbreviate e/o semplificate****.  Da un lato è un magnifico modo per fare pratica della lingua in questione, e dall’altro la differenza tra l’originale e una traduzione, per quanto buona, è sempre un’esperienza che vale la pena di essere fatta, certe volte ai limiti della folgorazione. Ci sono regali peggiori di un’esperienza letteraria, direi: specificatelo nella dedica del libro, mi raccomando!

Elizabethan2.jpgE già che ci siamo, volete sapere che cosa ha portato a me Santa Lucia? Dolorosamente conscia della mia passione per i toy theatres e della mia furibonda fase elisabettiana, ha scovato per me nientemeno che un toy theatre elisabettiano. Di carta. Da montare. E’ o non è una meraviglia?

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* Oppure in versione marionetta da dito, per imbastire dialoghi con la propria coscienza letteraria…

** Noto a un secondo sguardo che le magliette sono vendute a pacchi di 6… Hm.

*** Da non leggersi con dizionario accanto, possibilmente: meglio lanciarsi e affidarsi all’autore; non si capirà tutto, dapprima, ma confrontare costruzioni diverse e l’uso di una stessa parola in contesti differenti è il modo migliore per assorbire le sfumature.

**** Sì, ci sono anche le traduzioni con testo originale a fronte. Personalmente le odio con passione (se c’è qualcosa che distrae e trascina fuori dalla lettura è sbirciare continuamente la pagina accanto per vedere l’altra versione), ma ciò non significa che non esistano, o che debba odiarle anche il destinatario del vostro regalo.

Lug 10, 2010 - Spigolando nella rete, tecnologia    Commenti disabilitati su Simplicissimus

Simplicissimus

Qualche tempo fa mostro orgogliosamente a C. il Principe dei Regali di Natale, ovvero il mio beneamato Kindle.Tutti ormai conoscete la mia appassionata storia d’amore con l’Arnese il mio sfrenato entusiasmo nei confronti della tecnologia eInk, per cui capite che resto basita e incredula quando C. pulls a face. “Oh, ma si vedono solo così le pagine?” Io sollevo un sopracciglio, e gli chiedo che cosa vuole di più. Salta fuori che a C. hanno detto che sull’iPad si girano le pagine virtuali con il dito, che “è proprio come leggere un libro vero”.

Nonsense, naturalmente. Per divertente che sia girare le pagine virtuali sullo schermo dell’iPad, niente è come leggere un libro vero, a parte leggere un libro vero. La sensazione tattile della copertina, la consistenza e il profumo della carta, il rapporto peso-dimensioni sono del tutto diversi, e non sarà certo un po’ di fancy graphics a restituirli. I pregi dell’eReader sono altri, e non hanno nulla a che vedere con il ricreare l’esperienza di un libro cartaceo: se voglio avere l’impressione di leggere un libro cartaceo, prendo un libro cartaceo. Se voglio portermi portare dietro una biblioteca intera e non seminare diottrie/collezionare emicranie leggendo su schermo retroilluminato, allora è un altro discorso, e la scelta fra iPad e eReader si basa su altri fattori.

Ciò detto, volevo segnalare un sito chiamato Simplicissimus, che mi sembra davvero una buona piazza virtuale sull’argomento. Con Il futuro simplicissimus.pngdei libri – i libri del futuro per motto, Simplicissimus.it è varie cose: una miniera d’informazioni*, un negozio-libreria virtuale, un blog, una community, un e-editore, una fonte di ebooks in Italiano: ci si trovano articoli, segnalazioni, forum, supporto e servizi, dalla conversione di formati alla pubblicazione digitale… Tutto – tutto, o quanto meno un bel po’ – su eReaders e dintorni. Non ho idea di quanto sia recente la creazione, ma mi piace quello che fanno: c’era bisogno di qualcosa del genere in Italia e in Italiano.

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* Per esempio ho scoperto che a volte sono densa: c’è questa versione a fumetti di Kidnapped che giace nel mio hard-disk in formato .cbr, e solo stasera – grazie a un articolo scovato tramite il blog di Simplicissimus – che mi basta passarla attraverso CaLibre per convertirla in PDF! Ne riparleremo. Di Stevenson a fumetti, intendo.

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